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Ipsicrate che si taglia la chioma (Treviso) di Bartolomeo Litterini – collezione privata


Fonte:
Giorgio_Fossaluzza
Università degli Studi di Verona
Da Andrea Celesti ad Antonio Arrigoni: disegni, precisazioni e proposte
Predan 15.10.2008
Estratto dal Testo di G. Fossaluzza
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Anche Litterini è artista negletto fino a qualche tempo fa. Assume interesse, da ultimo, nell’ambito di quei percorsi di ricerca che sono meno legati a gerarchie di valori qualitativi e fissati di conseguenza sui maggiori, e che favoriscono, piuttosto, la ricostruzione più articolata dei contesti artistici e, di pari passo, l’accertamento della presenza territoriale di tutte le personalità. Per quanto riguarda Litterini, l’interesse maturato nei suoi confronti, oltre che in singole segnalazioni di opere, è testimoniato dal capitolo che gli dedica Rodolfo Pallucchini, La pittura nel Veneto: Il Settecento, cit.,II,pp.166-167. Tra le sue opere meno “scontate” emerse ultimamente si vedano, a titolo di esempio, quelle illustrate da Radoslav Tomic, Djela Bartolomea Litterinija u Dalmacij, in “Peristil”,47, 2004, pp. 44-46; Lanfranco Ravelli, Precisazioni su una pala di Bortolo Litterini, in “Arte documento”, 16, 2002, pp.174-177;Idem, Una primizia inedita di Bortolo Litterini datata 1700 e altre aggunte, in “Arte documento”, 20, 2004, pp.170-173; Fossaluzza, in Fondazione Cassamarca, cit., 2004, pp.426-431.

A proposito di Litterini inconsueto si segnala sotto la sua paternità il fregio con Storie di Circe di provenienza ignota allogato dal 1874 all’incirca nella State Drawing Room della residenza della Marquess of Bath a Longgleat, edito come opera di Pietro Liberi da H. Potterton (Venetian Seventeenth Century Painting, London 1979, p. 412) e accostato a Lazazini da U. Ruggeri, Pietro e Marco Liberi, Pittori nella Venezia del Seicento, Rimini 1996, p. 292 cat.M26 (con riproduzione). Il catalogo ancora meno studiato di Litterini decoratore in palazzi, si arricchisce del plafond con l’Apoteosi di Ercole tuttora in Ca’ Zenobio a Venezia attribuito a Litterini da G. Pavanello (Schedule sei settecentesche da Tiepolo a Canova, in “Arte in Fruili Arte a Trieste”, 18-19, 1999, pp. 67-69, 107 nota 16) che segnala una versione esposta a Trieste nel 1925. L’ovale di Ca’ Zenobio compare, tuttavia, in seguito come opera dubitativa di Alessandro Marchesini, in Favilla-Rugolo, Dorigny e Venezia. Da Ca’ Tron a Ca’ Zenobio e ritorno, in Luis Dorigny (1654-1742). Un pittore della corte francese a Verona, catalogo della mostra a cura di Giorgio Marini e paola Marini, Verona, Museo di Castelvecchio 28 giugno – 2 novembre 2003, pp. 49-50, fig. 23.

 





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