Open Widget Area

Intervista a Raffaella Losapio – di Eva Bellacicco


the biggest motivation for me is making changes, 2012 - performance

E.B.1: Raffaella, che cosa ti spinge a trattare l’arte riguardante lo spazio?
R.L.: Sono molto affascinata da questa tematica. Ritengo che lo spazio non significhi solo esplorazione di nuovi mondi, ma che oltre a rappresentare lo scenario per la sperimentazione di nuove tecnologie molto utili sulla terra in tutti i settori di ricerca, sviluppo, sicurezza, progresso, fornisca all’arte fonti inesauribili di ispirazione, soggette ad elaborazioni artistiche infinite, la possibilità quindi di “andare oltre i confini a livelli più elevati”, rafforzata dalle imprese dei migliori testimonial di questo concetto: gli Space Explorers.
Sono quindi fermamente convinta che attraverso questo innovativo scenario l’arte continuerà ad evolversi, non si esaurirà mai e come sempre indirizzerà non solo le fantasie, ma anche le intuizioni del genere umano.

E.B.: Cosa significa nuovo realismo artistico e arte astratta spaziale?
R.L.: Per me significa che l’arte ha il dovere di ispirare e di accompagnare con nuove modalità espressive le conquiste scientifiche ad essa contemporanee e, ancora per quanto mi riguarda, uno dei temi più importanti è proprio l’esplorazione dello Spazio da parte dell’uomo, supportata da tecnologie sempre più sofisticate.
Questo fa si che non si parli più solo di viaggi fantascientifici attraverso il sistema solare o l’universo intero, ma di reali possibilità di conoscere quanto ci sovrasta tramite l’impiego di conoscenze pluridisciplinari sempre maggiori.
Il nuovo realismo è quindi legato a questa realtà spaziale che, attraverso l’arte, viene espressa e raccontata come un fatto che appartiene alla nostra quotidianità, ciò a fronte di decine di missioni che si susseguono per il completamento della International Space Station, una grande piattaforma per sperimentazioni sulla microgravità, abitata alternativamente da astronauti di 16 nazioni.
Questo richiamo alla realtà è dovuto quando si parla di astronautica in senso stretto e non è sicuramente necessario quando si parla invece di arte astratta spaziale o fantascienza.

E.B.: L’arte e la scienza sono allora complementari?
R.L.: Penso di si, in quanto possono seguire percorsi comuni, l’una rivolta all’aspetto razionale della realtà, l’altra all’aspetto evocativo e alla dimensione della narrazione.

E.B.: C’è sempre un aspetto fortemente realistico nel tuo lavoro che non abbandoni volutamente?
R.L.: Non sempre.

E.B.: Pensi che questa tua nuova realtà, specchio dei nostri tempi, possa avere uno sviluppo?
R.L.: La nuova spazialità ha già portato e porterà nuove forme artistiche, nuovi linguaggi. Questa ricerca del nuovo è già iniziata con le immagini straordinarie dello Spazio e il design degli stessi veicoli spaziali che hanno acceso la fantasia umana.

Da decine di anni la NASA Art Program espone centinaia di dipinti, disegni di centinaia di artisti (fra cui Robert MCCall, Andy Warhol, Rauschenberg) al Centro Visitatori del Kennedy Space Center in Florida e presso gallerie musei in tutto il Paese.
Gli artisti commissionati dalla NASA ricevono un piccolo onorario in cambio della donazione di opere. Più di 2000 opere artistiche sono invece state donate al National Air and Space Museum da Norman Rockwell (collezionista americano-proprietario di una stazione televisiva).
Il primo astronauta ad aver effettuato un’uscita nello spazio aperto, Leonov (1965) è oggi un artista molto noto in Russia, Bean (4° uomo sulla luna è oggi un affermato pittore che ha trovato il modo di “apportare un po’ di Luna” tra i suoi colori).

Personalmente ho rappresentato artisticamente le prime passeggiate spaziali, gli esperimenti sul suolo lunare, le svariate attività extraveicolari, l’esplosione comandata alla fine della permanenza in orbita stabilita della Stazione Spaziale russa Mir, le varie fasi di volo e di rientro della navicella Soyuz, dello Shuttle, il problema dei “rottami spaziali”. le esplorazioni su Marte e l’assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale.
Le mie opere hanno illustrato i manifesti di quattro importanti conferenze organizzate nel contesto degli incontri, posti sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, da Astronauti nel 2000, precisamente: 1° World Astronaut Forum “Space Explorers” Milano 23-24/11/2000; Mir Celebration 1986-2001 – Modena, 23/02/2001 Aula Magna Accademia Militare: Fitness for space – Milano 16/06/2001 Auditorium I.S.U.; XVIII Annual Planetary Congress Announce di Genova 20+26 Ottobre 2002
(Incontri con astronauti/cosmonauti e manifesti per l’Association of space explorers, Astronauti).

In questa “essenzialità”, emancipata da fattori più contingenti attinenti alla vita terrestre, creatività e arte mi appaiono più libere, ed emergono nella loro vera sostanza.

Roma, 3 maggio 2002





Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.