Bartolomeo Letterini (1669-1748) pittore veneziano. Chiesa di San Canciano a Venezia
La chiesa di San Canziano o Canciano a Venezia (nel sestiere Cannareggio 5532, affacciata sul campo omonimo) è tra le più antiche della città.
Curiosità: negli archivi della chiesa esiste il “Liber Mortuorum” da cui risulta la morte di Tiziano che abitava proprio nella Parrocchia di San Canciano ai Biri Grandi. Dall’atto di morte: “27 agosto 1576, Messer Tiziano pitor è morto de ani centi-tre amalato de febre licenziato”.
Position the cursor on the images to view captions, click on images to enlarge them.
Posizionare il cursore sulle immagini per leggere le didascalie; cliccare sulle immagini per ingrandirle.
Importanti i due altari della parete di destra e il secondo di sinistra con le loro pale opera di Bartolomeo Letterini.
All’interno, ai lati vi sono quattro altari. Fatti erigere nel 1730 dal Parroco Sebastiano Molin, sono dedicati alla Madonna: l’Immacolata, tela di Bartolomeo Letterini;
l’Assunta, tela di Giuseppe Angeli;
la Madonna del Carmine, tela di Bartolomeo Letterini;
la Madonna Addolorata con il Sacro Cuore di Gesù, di Agostino Letterini e Bartolomeo Letterini (il figlio di Agostino).
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Canciano
Altri link correlati: http://www.slowtrav.com/blog/annienc/2012/08/san_canciano.html
Vecellio Tiziano
Uno dei più illustri abitanti della parrocchia di San Canciano nell’area dei Biri, fu il celeberrimo pittore Tiziano, che morì a Venezia, nella sua casa a cannaregio il 27 agosto 1576. Un fatto di cronaca alimentò la polemica sull’età alla quale sopraggiunse l’ora fatale.
Il decesso del famoso pittore veneziano è registrato nel libro dei morti della parrocchia di San Canciano, anni 1574-1665, a pagina 125 del giorno 27 agosto 1576. Nel 1955 il professor Carlo Lotti, della scuola di anatomia dell’Accademia delle belle arti di Venezia, consultò, il suddetto libro dei morti e scoprì un dato interessante: Tiziano morì a cento tre anni! Nell’atto di morte si legge infatti: “nel detto giorno (ossia il 27 agosto 1576) messer Tiziano pittore è morto di anni cento e tre ammalato di febbre. Licenziato.” Si tratta di una fonte inconfutabile da cui si possono trarre alcune conclusioni interessanti al fine di colmare qualche lacuna nella biografia del grande pittore.
La scoperta del professor Lotti conclude una serie di polemiche, scambi di accuse e contraccuse tra studiosi dell’arte ed esperti. La stampa fa da cassa di risonanza. A cinquant’anni dalla “stupefacente scoperta”, si possono esaminare pacatamente i fatti e le eventuali implicazioni sull’evoluzione artistica del Tiziano.
Tiziano nasce a Pieve di Cadore da un’importante e agiata famiglia: i Vecellio. Non si conosce con esattezza l’anno di nascita né di Tiziano, né del fratello Francesco, il primogenito. Si sa invece che Tiziano è morto il 27 agosto 1576, nella sua casa a cannaregio, mentre a Venezia la peste decimava la popolazione. Qualche giorno dopo muore di peste il figlio prediletto Orazio. La casa del pittore, rimasta vuota, è saccheggiata.
L’indicazione dell’età del defunto – 103 anni – contenuta nel libro dei morti della parrocchia consente dunque di far risalire la data di nascita al 1473, anteriore a quella del Giorgione, nato a Castelfranco nel 1478 e morto poco più che trentenne nel 1510.
L’annotazione contiene altre due informazioni interessanti: il pittore “è morto di febbre” e il suo corpo è “licenziato”, ossia seppellito senza esequie. La sua casa non è dunque una “casa sequestrata”, contagiata e isolata, come figura in molte altre annotazioni di morti nello stesso giorno. Ne consegue, secondo alcuni esperti, che Tiziano non morì di peste.
L’età del pittore potrebbe avere invece una grande importanza sotto il profilo storico-artistico. Tiziano incomincia il suo apprendistato a Venezia, prima nella bottega di Gentile e Giovanni Bellini, poi lavorando con il pittore più nuovo allora a Venezia, il Giorgione. Sotto la direzione di quest’ultimo collabora nel 1508 alla realizzazione degli affreschi sulla facciata di terra del Fondaco dei tedeschi, mentre alla facciata sul Canal Grande lavora il Giorgione stesso. Della facciata del Fondaco dei tedeschi non rimane quasi più nulla. Il Giorgione muore giovane poco più che trentenne nel 1510 lasciando un ristretto numero di opere, ma una riforma dell’arte pittorica che sovverte lo stile tradizionale della pittura quattrocentesca conferendo al colore il ruolo di protagonista: “con Giorgione il colore è il punto d’arrivo di tutta la pittura che lo ha preceduto ed il punto di partenza di quella che lo segue”. Tiziano accetta i canoni fondamentali della riforma giorgionesca e ne diviene il più insigne collaboratore e continuatore prima di diventare, a sua volta, il più grande rappresentante della nuova corrente pittorica del cinquecento a Venezia. Forse per un motivo di “concorrenza artistica” con Giorgione, Tiziano preferiva lasciare incerta la sua data di nascita facendo persino far credere di essere più vecchio di quanto non fosse in realtà.
È fuori dubbio l’eccezionale longevità del Tiziano, accettata dalla storiografia artistica fino agli inizi del XX secolo, quando si viene man mano accreditando una data di nascita che oscilla tra il 1488 e il 1490. Indiscutibile è l’influenza del Giorgione nel periodo di apprendistato e nel decennio successivo, ma altrettanto incontestabile è l’evoluzione artistica personale del Tiziano, maestro sovrano il cui genio domina per quasi tutto il secolo d’oro della pittura veneziana.
Lascia un commento