Antichi affreschi di Agostino Letterini nella chiesa di Ognissanti a Venezia
La Chiesa Ognissanti si trova a Venezia, nel sestriere Dorsoduro.
ALTARE MAGGIORE
Affreschi di Giacomo Grassi (quadraturista) e Agostino Litterini (figurista 1642-1731)
Nel catino absidale Ultima Cena (1637 ca); nella volta, Gloria del Paradiso.
Pala d’Altare: Trinità e Ognissanti di Marco Moro (pittore e scultore, Verona 1537-86 ca).
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La Chiesa di Ognissanti, edificata nel 1471, è una delle più belle e ricche della città. Soppressa nel periodo napoleonico, nel 1810 veniva riaperta con l’annesso Monastero. Da una situazione di grande degrado, l’antica Chiesa sta ritornando all’antico splendore.
Brevi estratti dal testo di Fra Tarcisio Carolo – Rettore della Chiesa
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“Il pavimento, gli altari, le pareti sono concepiti per un ambiente monastico dove tutto assomma concetti che esaltano la spiritualità e la divina contemplazione, tanto che par di sentire ancora le monache come angeli cantare il gregoriano con le loro mistiche voci pregnanti di accenti umani.
Il pavimento ha pianta di croce latina rialzata, per esaltare il valore dell’assemblea ed è lastricato da numerose pietre tombali con inciso il nome delle persone che hanno offerto per la costruzione sacra.
Il soffitto è fatto apposta per estasiare le monache. Spirito e natura portavano le monache alla vera estasi dell’anima. Entrando nella Chiesa le monache vivevano in anticipo il possesso del loro cielo.
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Per capire i particolari, è necessario leggere l’Apocalisse. Tutto può avere alti significati. E’ un cielo che canta la gloria di Dio; un cielo radioso del Sol invictus, ove miriadi di stelle immerse nell’azzurro stupendo (quale doveva essere nel suo primo splendore affrescato) splendono della luce del Cristo risorto.
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Altare Maggiore
Questa Chiesa simula quasi la meta riassuntiva; esempio S.Giacomo di Compostela: il pellegrino fa le sue centinaia di chilometri, poi alla fine sosta sulla collina detta del paradiso, da dove riesce già ad intravedere il santuario, meta del suo percorso e premio della sua fede.
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Le monache guardavano fisse la Cena del Signore di Agostino Litterini che, dal catino absidale, con i suoi gradini a cerchio era un invito ed un abbraccio all’anima questuante.
L’affresco nel suo effetto ottico invita all’accoglienza. La lunghezza della Chiesa, percorsa adagio, è eco di lontani pellegrinaggi dove si incontra, nello spezzare del pane, Gesù.
Il tutto si conclude sotto alla volta, dove è affrescata la gloria del paradiso, sempre di Agostino Litterini.
Tutto è pace cosmica: gli uomini e gli animali sono sereni guardando la luce che Cristo accende.
L’altare con colonne e quadri, è un capolavoro scenico; è scrigno nello scrigno, basilica nella basilica. “
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Fonte: Biografia degli artisti: Volume unico – Filippo De Boni – Google Libri
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